Donne e gravidanza: quel rapporto indissolubile che si crea tra madre e figlio e che lascia inevitabilmente il segno. Ogni donna affronta la maternità in modo diverso, ma cosa succede dal punto di vista estetico? Quanto tempo si impiega per tornare alla propria forma fisica?
Molte donne hanno paura di non riuscire a mantenere o a recuperare la loro forma fisica durante la gravidanza e l’allattamento. Non solo per i cambiamenti ormonali, ma anche per il timore di influire negativamente sulla salute del proprio piccolo. Così rinunciano a curare la loro linea, i capelli, le unghie. Ma i dati scientifici – per fortuna – indicano che non è assolutamente necessario lasciarsi andare per accudire al meglio il proprio figlio e che le mamme che attenzionano il loro aspetto e la loro salute hanno un migliore rapporto con se stesse e con il bambino.
Capelli, colori e coloranti
Il database E-lactancia li classifica come moderatamente sicuri e probabilmente compatibili con l’allattamento e la gravidanza. Afferma anche che siano prodotti ampiamente utilizzati da molte culture e civiltà (Gavazzoni 2015, Patel 2013, Benaiges 2007).
Alcuni loro componenti possono essere assorbiti dal corpo materno e raggiungere il plasma del latte di mamma. Si tratta di quantità minime che non possono nuocere al bambino.
Con la dovuta cautela, è possibile tingere i capelli anche in gravidanza e allattamento; esistono pure opzioni completamente naturali (es. henné) che non contengono prodotti chimici.
Creme, inguenti e cura delle alghe
I cosmetici applicati sulla pelle solitamente rimangono al livello dell’epidermide. Sebbene alcuni prodotti possano diventare tossici dopo anni di utilizzo – a causa della loro accumulazione nel tempo – non hanno una tossicità “immediata” che si possa ripercuotere sul benessere del piccolo.
L’unica accortezza da rispettare? Non spalmare la crema sulle zone a contatto con la bocca del lattante (seno, capezzoli).
Secondo l’E-lactancia anche “i trattamenti esterni con le alghe, sotto forma di massaggi o impacchi sulla pelle, comportano un assorbimento sistemico assente o molto scarso e sono compatibili con l’allattamento”.
Smalto e gel per unghie
L’uso dello smalto, anche nella sua versione “gel” o ”semipermanente”, è compatibile con gravidanza e allattamento, purché venga applicato all’interno di ambiente ben ventilato, in assenza del piccolo.
È bene attendere a lungo che vernice e solventi si asciughino all’aria aperta. Questi consigli dovrebbero essere osservati anche dalle madri che non allattano i loro figli e – in generale – da tutte le donne.
Rimozione dei peli superflui
Nonostante le nuove correnti femministe propongano la mancata rimozione dei peli come azione di emancipazione, la maggior parte delle donne continua ad avere un rapporto migliore con il proprio corpo in assenza di peli.
Secondo l’E-lactancia, “non esistono dati scientifici che indichino una controindicazione per vari trattamenti depilatori durante l’allattamento: rasatura, ceretta, depilazione con filo (“khite”), prodotti chimici, depilazione elettrica per elettrolisi, depilazione laser (alessandrite, diodo, neodimio, rubino o YAG), foto-depilazione”. È meglio evitare di utilizzare il trattamento soltanto nelle zone più delicate (es. areole del seno) per il rischio di irritazione e infezione locale.
Abbronzatura a raggi UVA
L’uso di una cabina abbronzante a raggi UVA (rispettando le istruzioni di sicurezza) non pone alcun problema durante l’allattamento, così come talassoterapia e trattamenti simili.
Per le donne in attesa o in allattamento valgono i consigli dei dermatologi rivolti a tutta la popolazione che indicano la necessità di utilizzare dei filtri per i raggi solari pericolosi che potrebbero comportare l’insorgenza di tumori alla pelle.
Chirurgia estetica, acido ialuronico e botulino
È possibile sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica durante l’allattamento, così come a qualsiasi altro intervento chirurgico. Se viene effettuato in anestesia generale, si può allattare il proprio bambino già dal risveglio post operatorio. Per quanto riguarda la chirurgia mammaria, è meglio aspettare la fine dell’allattamento per non comprometterlo.
Invece – secondo l’E-lactancia – le iniezioni di acido ialuronico e botulino rimangono compatibili e senza controindicazioni.
Tatuaggi e piercing
Avere un tatuaggio – anche sul seno – non ha alcun impatto sull’allattamento. Tuttavia, è meglio evitare di fare un tatuaggio durante il periodo dell’allattamento, per il possibile rischio di reazione allergica ai prodotti utilizzati o di infezione secondaria.
Per la stessa ragione, meglio attendere la fine dell’allattamento per un nuovo piercing al seno. Qualora lo si avesse già, si può scegliere se mantenere permanentemente gli anelli, anche durante le poppate (questo non sembra aver mai creato un problema rilevante nei bambini), rimuoverli soltanto per il pasto o farne a meno per tutto il periodo di allattamento.
Allattamento e perdita di peso
Gli studi scientifici indicano come nel medio termine – senza seguire alcuna dieta dimagrante – le donne che allattano ritrovano facilmente il loro peso ideale. Questo perché una buona parte dei chili accumulati durante la gravidanza rappresentano i grassi che la natura riserva proprio per il nutrimento del piccolo (e se si decide di non allattare, occorre agire per espellerli in altro modo).
Tutto ciò avviene a condizione che la mamma non assuma regolarmente una quantità di calorie eccessiva con il pretesto di “mangiare per due” o non limiti il suo esercizio fisico. Infatti, il metabolismo della donna cambia nel periodo di gravidanza e allattamento e le quantità di cibo solitamente raccomandate loro vengono sopravvalutate.
Ovviamente esistono sempre delle eccezioni: da una parte coloro che perdono molto (troppo) peso durante l’allattamento, dall’altra quelle che, pur senza troppi peccati di gola, non riescono a sbarazzarsi dei chili di troppo anche dopo diversi mesi di allattamento.
Dieta e allattamento
La presunta incompatibilità delle diete alimentari durante il periodo dell’allattamento si basa essenzialmente sulla paura che le restrizioni possano comportare una diminuzione della quantità di latte e dell’incremento del peso del bambino, ma anche sul timore che le tossine accumulate possano essere rilasciate nel sangue materno e, quindi, nel latte.
Lo studio più recente sull’argomento rassicura sul fatto che le donne in sovrappeso possano tranquillamente seguire un programma dimagrante moderato che non superi la perdita di 2-3 kg al mese.
Norme precauzionali
Le donne che allattano possono seguire una dieta alimentare per la perdita del peso – senza diminuire la secrezione di latte e senza rilasciare significativamente tossine nel sangue – se:
- attendono i primi 2-3 mesi dopo il parto per iniziare, in modo che l’organismo si sia ripreso bene dalla gravidanza e che l’allattamento al seno sia stato già avviato;
- evitano le diete “spettacolari e promettenti”, squilibrate dal punto di vista nutrizionale e dannose per la salute. Meglio preferire una dieta equilibrata che riduca l’apporto di grassi e zuccheri veloci e che incrementi invece le porzioni di frutta e verdura;
- perdono non più di 2-3 kg al mese, magari con un regime alimentare prescritto ad hoc da un bravo dietista e che preveda l’assunzione di almeno 1800 calorie al giorno;
- eseguono regolarmente esercizio fisico 2-3 volte alla settimana (camminata veloce, ginnastica, nuoto, jogging).
Esercizio fisico e allattamento
Esiste soltanto uno studio scientifico che ha valutato l’impatto a lungo termine dell’esercizio fisico sulle donne che allattano tra le 6 e le 8 settimane dal parto, mentre molti altri ne hanno valutato gli effetti sul breve termine. Uno di questi, ampiamente diffuso nei media, sosteneva che il bambino consumasse meno latte durante la poppata successiva alla sessione di esercizio, attribuendone la causa all’acido lattico presente nel latte materno in grado di alterarne il gusto.
Ulteriori ricerche hanno dimostrato che, se il livello di acido lattico è effettivamente più elevato dopo un intenso esercizio fisico (in media 0,09 mm/l prima, 0,21 mm/l dopo), non lo è dopo un’attività moderata. Inoltre, non hanno riscontrato alcun impatto sulla quantità di latte prodotta dalla mamma o sulla qualità della suzione del neonato, a prescindere dal livello di esercizio fisico sostenuto. Ancora un altro studio non ha riscontrato alcuna ripercussione di qualsivoglia allenamento sui principali minerali contenuti nel latte (fosforo, magnesio, sodio e potassio).
Un’importante ricerca ha valutato l’impatto di un intenso esercizio fisico sui fattori immunologici del latte materno, registrando un livello di IgA inferiore nei 30 minuti dopo la fine dell’esercizio, con un ritorno alla normale frequenza nei 60 minuti successivi alla fine dell’allenamento.
Un’altra indagine ha invece dimostrato come un esercizio fisico moderato e regolare non abbia alcuna influenza sui livelli di IgA, lattoferrina o lisozima presenti nel latte.
I benefici dell’allenamento sullo stato cardiovascolare, metabolico e psicologico delle madri
La pratica regolare di un moderato esercizio fisico da parte di una mamma che allatta migliora in maniera evidente il suo stato cardiovascolare, così come gli altri parametri metabolici (aumento dell’HDL, risultati migliori nel test dell’iperglicemia indotta).
Gli studi sulla valutazione dell’esperienza sportiva delle madri hanno dimostrato come queste – grazie all’esercizio fisico – si sentano a proprio agio nei loro corpi, più ricche di energie, più calme, rilassate e positive. Tutti elementi in grado di facilitare la maternità e il benessere psicofisico del bambino.
Per le donne che volessero perdere peso – anche durante il periodo di allattamento – è consigliabile associare alla dieta alimentare equilibrata un sano esercizio fisico. Infatti, il movimento consente di conservare la massa muscolare, in modo che la perdita di peso avvenga solo attraverso la diminuzione di massa grassa. L’allenamento fisico aumenta anche la velocità del metabolismo e promuove la mobilizzazione del grasso, permettendo di perdere peso definitivamente in tempi più brevi e con minori rinunce.
Solo il 7% delle madri che allattano riferiscono delle difficoltà durante la prima poppata successiva alla sessione di un allenamento intenso (difficoltà – in ogni caso – temporanee), senza comunicarne le ragioni (non sempre è presente l’aumento di acido lattico nel latte). Gli studi scientifici, invece, dimostrano come l’esercizio fisico apporti soltanto benefici alla vita di mamma e bambino, senza alcuna controindicazione.