L’uovo è uno dei migliori alimenti per i bambini. Ma a partire da quale età proporlo? Quante uova mangiare a settimana? Ecco tutte le risposte alle domande frequenti dei genitori durante lo svezzamento dei bebè.
L’uovo: colesterolo e proprietà nutritive
Dall’antipasto al dolce, ogni pietanza è più gustosa se lo possiede. Lo si prepara da solo in pochi minuti ed è perfetto in ogni momento della giornata, dalla colazione alla cena.
E’ ovviamente l’uovo. Quell’alimento economico e nutriente che delizia grandi e piccini e che spesso – ingiustamente – non viene visto di buon occhio per il suo alto contenuto di colesterolo.
Normalmente si utilizza l’uovo di gallina, ma è possibile consumare anche le uova di quaglia, struzzo, anatra, oca, etc.
L’uovo di gallina possiede pochissime calorie (circa 40 kcal per un uovo medio di circa 60 gr).
Nell’albume – privo di grassi, carboidrati e colesterolo – troviamo:
- proteine(ovoalbumina, conalbumina, ovoglobuline, ovomucina, avidina e lisozima);
- vitamine del gruppo B (B1, B2, PP, acido pantotenico, Biotina, B12);
- sali minerali (come sodio, potassio e magnesio);
- cisteina.
Il tuorlo, invece, è ricco di:
- proteine;
- grassi (trigliceridi come fosfolipidi e lecitine);
- acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi;
- vitamine liposolubili(A, D, E);
- calcio;
- ferro;
- fosforo;
- zinco;
- colina.
Ogni uovo di gallina contiene circa 200 mg di colesterolo, due terzi del fabbisogno giornaliero di un uomo adulto. Ma le lecitine favoriscono il suo trasporto al fegato, potenziando di fatto il “colesterolo buono” (HDL) che contrasta quello cattivo.
Dunque ogni preoccupazione nel merito è infondata. E se si sceglie addirittura l’uovo di gallina livornese (le uova bianche), anche il contenuto di colesterolo scende.
I benefici dell’uovo di gallina
L’uovo di gallina, per le sue proprietà nutritive, è un importante sostegno per il sistema immunitario e per l’assimilazione del ferro.
I suoi sali minerali e il fosforo aiutano la formazione delle ossa. La colina, poi, protegge cuore e cervello.
Per tutti questi motivi le uova, preziosi antiossidanti, non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione di adulti e bambini.
Da che età dare l’uovo al bambino?
Nonostante gli ingiustificati luoghi comuni vogliano attribuire all’uovo una scarsa digeribilità, si tratta di un alimento sano e facilmente digeribile.
Può essere offerto sin dallo svezzamento, ovvero a partire dai 5-6 mesi del bebè.
Gli allergologi sostengono che questa scelta riduca pure la possibilità di allergia dei bambini.
Bisogna offrire al bebè il tuorlo o l’albume?
Tuorlo e albume hanno proprietà diverse e non andrebbero mai separati. Entrambi vanno offerti al bambino durante lo stesso pasto.
Come cucinare l’uovo ai bambini?
Fritto, sodo, strapazzato, alla coque o in camicia: l’uovo è sempre buonissimo!
Tuttavia, se lo si vuole consumare nella forma più digeribile possibile, è bene non cuocere troppo il rosso.
Questo risultato lo si può ottenere cucinando l’uovo in camicia o alla coque, ricette che preservano tutte le proprietà nutritive del tuorlo.
Nessun timore per le infezioni batteriche: solitamente risiedono nel bianco e non nel rosso, essendo il primo funzionale a proteggere il secondo.
Basta allora non offrire l’uovo crudo ai bambini per proteggerli da spiacevoli inconvenienti.
Quante uova mangiare alla settimana?
Gli studi scientifici più recenti concordano che non ci sono limiti sulla quantità settimanale consigliata, possiamo offrire l’uovo ogni giorno a colazione merenda ma anche ai pasti.
Come capire se un uovo è davvero fresco?
Che tu abbia acquistato l’uovo al supermercato o direttamente dal contadino, potresti avere bisogno di verificarne la freschezza.
Per controllare se sia o meno fresco, puoi immergerlo in un bicchiere con acqua salata: se affonda, vuol dire che è ancora buono.
Oppure puoi romperlo e controllare che il rosso sia sodo e separato dal bianco; se le due parti si mischiano, l’uovo è vecchio.
Se devi cominciare lo svezzamento e non sai come fare, se il tuo pediatra ti propone lo “svezzamento classico” a base di omogeneizzati e pappine…
Oppure se hai già cominciato l’introduzione dei solidi, ma tuo figlio non vuole saperne di mangiare alcuni cibi…
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