L’essere umano è un mammifero che, come i marsupiali, per sua natura porta i suoi piccoli addosso. La sua innata necessità di contatto continuo, pelle a pelle, con il proprio genitore è strettamente connessa con l’obiettivo della sua sana crescita psicofisica. Ma portare in braccio un neonato per molte ore durante la giornata potrebbe essere eccessivamente gravoso per la schiena di mamma e papà, così come incompatibile con le faccende quotidiane. Grazie ai supporti portabebè disponibili in commercio è possibile conciliare i bisogni del neonato con le esigenze dei genitori, anche nel magico – ma complesso – periodo dell’allattamento.
Contatto pelle a pelle: nessun “vizio” solo un bisogno essenziale
Troppo spesso si sente dire che i bambini portati a stretto contatto con il genitore possano essere così “viziati”. In realtà si tratta di luoghi comuni che non hanno alcuna validità scientifica. Piuttosto la scienza dimostra come i piccoli di uomo abbiano un innato bisogno di contatto continuo, pelle a pelle, con la propria madre per soddisfare i loro bisogni fondamentali di:
- contatto e calore;
- sentimento di sicurezza;
- stimolazione sensoriale e cognitiva
- sonno e nutrimento.
Il soddisfacimento dei bisogni del bambino – soprattutto durante i primi anni di vita, quando ancora non si percepisce razionalmente come soggetto individuale separato dai genitori – è indispensabile per lo sviluppo della sua autostima e della sua autonomia futura.
Molti studi scientifici dimostrano come il contatto pelle a pelle tra mamma e bambino comporti anche importanti vantaggi nell’allattamento, tra cui:
- anticipo della montata lattea;
- migliore drenaggio del seno durante la poppata;
- azione positiva del riflesso di suzione e della coordinazione suzione-deglutizione;
- aumento dell’ossitocina e della prolattina, responsabili della produzione di latte materno;
- stabilizzazione delle difese immunitarie;
- regolarizzazione termica del neonato;
- stimolazione dell’appetito del bebè, soprattutto se ipotonico (con scarso tono muscolare, sottopeso);
- benefici sull’autostima e sul sentimento di competenza della mamma che, grazie al contatto continuo, percepisce prima della loro evidente manifestazione i segni di veglia e di fame del bebè.
Portare, con le braccia o con un supporto portabebè
Portare con le braccia un bambino permette di adattare il sostegno alle sue motorie in maniera fine e senza alcun materiale specifico, ma riduce le possibilità di azione e di movimento da parte di chi porta e sollecita eccessivamente la zona perineale e la schiena dell’adulto.
Utilizzare i supporti portabebè consente di salvaguardare la propria salute, portare il proprio piccolo in perfetto confort e senza limitare eccessivamente le proprie attività quotidiane. Ma anche di soddisfare appieno tutti i suoi bisogni emotivi e fisiologici, di portarlo fuori senza dover trascinare pesanti passeggini, di fare compere in maniera pratica e di allattarlo in modo veloce nel corso della giornata.
Allattare in sicurezza con un supporto
Allattare un neonato all’interno di un supporto portabebè non dovrebbe rappresentare un’abitudine, ma solo una soluzione d’emergenza. Questo vale soprattutto per i primi mesi di vita, quando le poppate sono più lunghe e frequenti, nonché più determinanti per il buon avvio dell’allattamento. Ma nei primi mesi di vita, le prime due vertebre cervicali della colonna vertebrale del neonato – per la loro forma e per la calcificazione ancora incompleta – sono particolarmente vulnerabili, alla stessa stregua dei nervi che ancora non sono in grado di sostenerlo in posizione verticale e delle deboli terminazioni nervose della lingua e che potrebbero subire dei danni accidentali durante una poppata improvvisata dentro a un supporto.
Man mano che il bambino cresce, invece, allattare in fascia, nel marsupio, nel mei tai o nel Tonga potrebbe diventare più semplice, nonostante rimanga preferibile allattare da seduti.
Per una poppata sicura all’interno di un supporto è bene:
- porre il bebè in posizione diagonale o verticale (a seconda dell’età) con la sua pancia aderente a quella della mamma;
- tenere la sua nuca libera di estendersi, ma sostenuta dal braccio o dalla mano della madre o da un cuscino;
- controllare che la sua testa sia in asse rispetto alla sua colonna vertebrale;
- preferire posizioni di allattamento in cui il piccolo possa esercitare una suzione ottimale, mantenendosi aggrappato alla mamma e tenendo il suo bacino ben divaricato;
- far sì che il tessuto del supporto non rimanga in tensione e non vincoli alcun movimento;
- utilizzare un supporto che sorregga la schiena del piccolo e che consenta facili cambi di posizione;
- sollevare il piccolo dopo il pasto e non lasciare che dorma nella posizione d’allattamento.
Quale supporto scegliere per l’allattamento
Esiste una grandissima varietà di supporti portabebè in commercio che si differenziano per colore, tipologia di tessuto, versatilità d’uso e posizionamento del piccolo. È importante scegliere un supporto che rispetti l’anatomia e la fisiologia del neonato – in base alla sua età e alle sue caratteristiche specifiche – e dei genitori, che sia comodo e di facile utilizzo. Per evitare brutte sorprese è consigliabile prenderne in prestito varie tipologie per acquistare quello che fa al caso proprio. Molte mamme, per esempio, preferiscono i supporti portabebè che consentono di nascondere il seno durante la poppata, per avere una mano libera di muoversi nel frattempo.
I supporti portabebè sono adeguati all’allattamento se:
- limita le tensioni della nuca in fase di riposo;
- favorisce un attacco asimmetrico al seno (iper estensione dinamica della nuca);
- consente al piccolo di aggrapparsi bene alla madre, di esprimere le sue competenze nel corso delle attività quotidiane e della poppata;
- permette l’accesso al seno;
- concede la possibilità di passaggio dalla posizione di allattamento a quella verticale;
- dispone di un sistema di facile regolazione per poter sostenere bene il sedere del bambino;
- lascia la testa del bebè libera.
Una posizione per ogni età
È possibile portare e allattare tutti i neonati, così come è possibile adattare ogni supporto portabebè per la poppata. Ma nel rispetto delle norme di sicurezza per il corretto sviluppo fisiologico e morfologico del bebè, occorre considerare l’età del piccolo per scegliere la migliore soluzione.
Neonati 0/3 mesi
Per portare e allattare, meglio prediligere un portabebè regolabile: fascia lunga o fascia ad anelli per offrire al bebè il massimo del sostegno. La fascia ad anelli è l’ideale per chi cerca un supporto poco ingombrante e facile da utilizzare.
Bebè dai 4 mesi in poi
Si tratta di bebè muscolarmente più tonici che possono usare anche il mei tai ed essere allattati in posizione verticale. Da 4 mesi in su si può scegliere come supporto portabebè anche una fascia in maglina con elastene o un marsupio/zaino, allentando le bretelle per la poppata e lasciando il piccolo leggermente decentrato difronte al seno della mamma.
IN POSIZIONE A CULLA
- Canguro
- Doppia amaca – ventrale
- Doppio incrocio
- Enveloppe croise
- Amaca Empoli e o con Noeud coulissant
- Canguro di fianco
- Nodo di base nella fascia con elastene
- Fascia ad anelli
IN POSIZIONE VERTICALE
In funzione della corporatura e della taglia del seno della mamma, nonché in base al peso e all’altezza del bambino, l’allattamento in verticale potrebbe apparire più o meno difficoltoso. In ogni caso è opportuno disfare la legatura, far scendere un po’ la fascia fino a quando il bebè non riesce ad attaccarsi correttamente al seno, per poi rilegare la fascia dopo il pasto.
This form is currently undergoing maintenance. Please try again later.